Benvenuti. Non esistono quasi limiti di tempo e di spazio nella dimensione dei proverbi, tanto vasta ne è la diffusione nel tempo e nello spazio. Da tempo immemorabile l'uomo fa uso di proverbi, sia nella tradizione orale come in quella scritta. Spesso è assai difficile risalire all'origine di un proverbio e stabilire se esso è transitato dalla tradizione orale alla letteratura o viceversa, se è di origine colta o popolare. Anche la linea di demarcazione tra proverbi, detti, motti, sentenze, aforismi, è assai sottile e forse non è così importante come si crede definire l'origine di un proverbio o di un aforisma quanto piuttosto risalire alle motivazioni che ne hanno determinato sia la nascita che l'uso più o meno frequente.

Della mia passione e delle mie ricerche sull'argomento e non solo su questo, cercherò di scrivere e divagare ringraziando anticipatamente quanti vorranno interagire e offrire spunti per sviluppare il tema col proprio personale e gradito contributo.

I commenti sono ovviamente graditi. Per leggerli cliccate sul titolo dell'articolo(post) di vostro interesse. Per scrivere(postare,pubblicare) un commento relativo all'articolo cliccate sulla voce commenti in calce al medesimo. Per un messaggio generico o un saluto al volo firmate il libro degli ospiti (guest book) dove sarete benvenuti. Buona lettura

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lunedì 3 settembre 2012

Un wellerismo leggermente erotico

"Quando cominci ad avere orgasmi con i clienti, è ora di smettere - come disse una ex prostituta ad una neo prostituta"

dal film Homicide, USA 1991

nel film il wellerismo è leggermente diverso: "Quando cominci a venire con i clienti, è ora di smettere, come disse una prostituta"

Con quale scopo questo wellerismo viene inserito nella narrazione del film, in un dialogo fra due poliziotti molto amici, con quale significato metaforico? Uno dei due poliziotti è ebreo e rimane emotivamente coinvolto nel caso di un omicidio di una bottegaia ebrea. Pur non essendo ebreo praticante e pur non conoscendo l'ebraico, la sensibilità del buono e bravo investigatore, prende il sopravvento sulla assenza di emozioni che dovrebbe essere caratteristica di ogni lavoro delicato, dal medico al giudice, per non pregiudicare l'assoluta imparzialità di giudizio.

Il pur bravo investigatore si lascia coinvolgere nella lotta senza quartiere tra neo nazisti ed ebrei, stanchi di essere vessati e discriminati questi ultimi.

E' lecito abbracciare la causa degli oppressi che giustamente si ribellano e non vogliono più subire passivamente ogni tipo di sopruso e di discriminazione negativa?

Anche il bravo poliziotto viene discriminato dai colleghi in quanto ebreo; per la polizia, in tutti gli ordini e grado, il poliziotto ebreo viene equiparato ad una donna, figuriamoci se si ha la ventura di essere donna e agente di polizia. A lui toccano i rischi maggiori, agli altri le lodi e le promozioni, letteralmente scippate al più meritevole agente.

In linea generale è lecito lasciarsi coinvolgere emotivamente nel giudicare e nell'agire quando con uno dei due contendenti abbiamo affinità di razza, di religione, ideologica o di altra natura?

A mio parere quando appare chiaro e incontrovertibile che ci si trovi davanti ad un oppressore che prevarica su un innocente, non solo diventa lecito parteggiare per la vittima, ma ci mette davanti ad un dovere morale a cui non possiamo sfuggire, pena la totale identificazione con l'oppressore.

L'empatia che si stabilisce fra tutore della legge e vittima può essere paragonata al piacere che la prostituta prova con il cliente?

Può pregiudicare il sereno imparziale svolgimento di un lavoro?

sabato 17 gennaio 2009

Efemere: tra aforismi e wellerismi

Le efemere sono "insetti definiti come bestioline o un piccolo fiore costretto ed essiccato tra le pagine di un libro" (dalla nota introduttiva di Sandro Montalto al libro Efemere di Marco Sartorelli) (1).

Queste efemere, nel sottotitolo definite anche aforismi apocrifi, appartengono, come i proverbi, gli aforismi veri e propri ed i wellerismi, alle forme letterarie "brevi".

Sia Montalto, nella

nota introduttiva ,

che la Antolisei,

nella recensione , apparentano le efemere ai wellerismi.
Partendo dalla raccolta di Sartorelli, cercherò di commentarle e di trasformarne la struttura in wellerismi, in un caso mantenondone intatto, o quasi, il significato, in un altro modificandolo.

"Perché no? - Carlo F., 21 anni - Biglietto di addio, Palermo."

"Volevo una vita senza se - Antonio S. - Suicida, Milano, 1964"

Il primo messaggio si commenta da se, il secondo, pur non chiarendo del tutto i motivi del suicidio, si presta ad una qualche considerazione, spero non peregrina.
Se non altro il suicidio permette di scegliere come quando e dove concludere la propria esistenza terrena; si può dire che rappresenta uno dei rarissimi casi nei quali il tempo, il luogo e il come di un evento possono essere oggetto di una scelta più o meno oculata. Ma si può veramente dire che, almeno nel secondo caso, il suicida abbia raggiunto il suo obiettivo?
Certamente ha eliminato dalla sua vita tutti i se che gli procuravano angoscia, ma insieme ai se ha eliminato la propria vita; ha quindi eliminato i se, ma anche sè.
Obiettivo quindi fallito. Questo se ipotizziamo che non esista altra vita oltre quella terrena; ma se ammettiamo una vita ultraterrena il discorso cambia, poiché il suicida trasforma la propria vita senza annientarla, ma il fallimento più grande è che i se non solo non vengono eliminati, ma se ne aggiunge uno nuovo ancora più angosciante, eterno ed irrisolvibile: se avessi scelto di continuare a vivere!

Trasformato in wellerismo potrebbe presentarsi così:

"Volevo una vita senza se, come lasciò scritto un giovane suicida"

La terza efemera:
"A morte l'aggettivo possessivo!
Roberto "Fuego" Gamilo, Rivoluzionario cubano.

Subito modificato in wellerismo, alterandone in qualche modo il contenuto ed in parte confutandolo.:

"Sostituiamo con nostro l'aggettivo possessivo mio , come disse un rivoluzionario cubano.

L'efemera fa riferimento sicuramente ad un rivoluzionario cubano che intende abbattere il regime di Batista, fondato sul dominio opprimente della proprietà privata, sostituendolo con la sua abolizione. Ma un povero cubano che non aveva niente non avrebbe dovuto desiderare di fare una rivoluzione con lo scopo di continuare a non avere ugualmente niente. Quindi più appropriato sarebbe stato uno slogan che mettesse in risalto l'aspirazione alla libertà politica, alla partecipazione alla ricchezza con una equa distribuzione di essa fra tutto il popolo, abolendo i privilegi semi-feudali in vigore col regime di Batista.
Ma l'aggettivo possessivo "nostro" può nascondere insidie ancora più pericolose dell'aggettivo possessivo "mio", specie quando viene adoperato in senso restrittivo.
Se con "nostro" si intendono gli interessi, i valori, ed i disvalori di una ristretta cerchia di uomini e donne, i militari, il partito, la classe dominante, e non tutti i cittadini, l'oppressione coniugata con l'aggettivo "nostro" può diventare ancora più oppressiva di quella esercitata con l'aggettivo "mio".
Quindi ritengo positivo il mio wellerismo (scopiazzato), a condizione che "nostro" sia il più possibile inclusivo , e il più possibile partecipato .



(1) Marco Sartorelli, Efemere - Aforismi apocrifi, Novi Ligure AL, Edizioni Joker, 2004

mercoledì 16 luglio 2008

Introduzione ai Wellerismi

"The term "wellerism" used to identify those proverbial sayings that were so common on the lips of Dickens' Sam Weller, owes its currency to Archer Taylor". (1)

Dopo Archer Taylor (The proverb, Cambridge, 1931), il termine "wellerismo" fu adottato anche da Raffaele Corso in Italia (Wellerismi italiani, in Folklore, Fasc. III-IV, 1947-1948), da A. Van Gennep in Francia (Wellerismes francais, 1933-1934), ma non in Spagna, dove gli fu preferito "Dialogismos paremiologicos" e in Germania (Beispielssprichwort, Apologisches Sprichwort, Sagwort. (2)

From Wikipedia, the free encyclopedia:

Apologetic proverb
An apologetic proverb (also known as a joke-like form of proverb common to Dutch and known in English as wellerisms) typically consists of 3 parts: a proverb or saying, a speaker and (often humorous and literal) explanation.
Folklorist Archer Taylor notes that wellerisms are usually of obscure origin, difficult or near impossible to trace, and include sardonic humor.
"Everyone to his own liking, "the old woman said when she kissed her cow"
"This week is beginning splendidly, "said one who was to be hanged on Monday"

Da un altro sito in lingua inglese:
"I see, "said the blind man"
"It all comes back to me now, "said the Captain as he spat into the wind".


Per tornare alla lingua italiana:

Gaetano Perusini, Wellerismi friulani, in Rivista di Etnografia, A. 1948. N. 4,
distingue tra wellerismi proverbiali e wellerismi affabulativi:
"i primi contengono un concetto ben chiaro che non abbisogna di ulteriori commenti, i secondi invece non possono essere perfettamente intesi se non si conosce la favola o il racconto (o l'episodio vero o inventato che sia) che ha dato origine al modo di dire"
Alberto Mario Cirese, Wellerismi e micro-recits, in Lingua e stile, Anno 5, N. 2, agosto 1970, distingue a sua volta tra wellerismi veri e propri e proverbi welleristici, o wellerizzati (da non confondere con i wellerismi proverbiali del Perusini).

Il wellerismo:
"Disse Costanza: L'acqua vuole la pendenza
e l'amore la speranza"

viene catalogato dal Cirese come proverbio wellerizzato, in quanto non esiste alcuna contrapposizione tra chi parla e tra il detto o proverbio. Esiste solamente una assonanza (che Cirese chiama isofonia) fra Costanza, pendenza e speranza e null'altro. A Costanza si potrebbe sostituire qualunque altro nome di donna o di persona; si perderebbe forse soltanto l'isofonia.
Il wellerismo seguente:
"Quant'è bella la pulizia, disse il carbonaio"

presenta una contrapposizione tra "la pulizia" e "l'essere inevitabilmente sporco del carbonaio". Cambiando qui il mestiere del carbonaio con un lavoro "pulito" si perderebbe l'effetto contrasto.
Questo w. napoletano rende ancor meglio il concetto:
"Arrassate ca me tigne, dicette o graunaro"

- Allontanati che mi sporchi, disse il carbonaio -
Questi w. con protagonista il carbonaio possono quindi essere catalogati come w. veri e propri, o wellerismi proverbiali per dirla col Perusini; così come i seguenti:

"E va bene dicette donna Lena quanno vedette 'a figlia, 'a sora, 'a mamma, 'a gatta prena"

"E' un temporale benedetto, disse il contadino, e venne fulminato" (3)

Diverso è il caso del seguente w.
"Dicette l'avaro: serùgliame tutto!"
(Ungimi tutto)
Siamo qui in presenza di un w. affabulativo, del quale non si comprende il significato senza qualche nota esplicativa. Il curatore, Antonio Rotondo (4) aggiunge infatti due righe per spiegarne l'origine.
Io tento di trasformare questo w. da affabulativo a proverbiale, aggiungendo all'interno dello stesso w. la parte affabulativa mancante:

"Ungimi tutto, come disse l'avaro al prete, venuto a somministrargli l'estrema unzione, quando seppe che era gratis"

Ho perso il colore dialettale ed il w. sembra essere troppo lungo, ma non bisogna assimilare il w. al proverbio tradizionale, caratterizzato dalla brevità.
Un'occhiata ai w. di Dickens vi farà rendere conto che la brevità non è una costante.

Il w. si presta molto bene ad essere attualizzato, riferendolo ad eventi ed a personaggi odierni o dell'immediato passato:

Ho provato a coniare tre w. e ve li presento:

"Ho portato l'Italia in Europa, come disse Romano Prodi, dopo aver fatto precipitare gli italiani nella miseria"

"Ho risanato i conti dell'Italia, come disse il ministro Padoa Schioppa, dopo aver dissestato quelli degli italiani"

"Sono entrato in politica per il bene comune, come disse Silvio Berlusconi, quando venne approvata l'ennesima legge ad personam"

Al di fuori dell'attualità:

"Il cliente ritorna sempre sul luogo del diletto, come disse l'incallito bevitore varcando la soglia della bettola"
variante un po' osè:
"Il cliente ritorna sempre sul luogo del diletto, come disse la Madama rivolta al consumato puttaniere"
Questo (questi) esempio è insieme calembour, parafrasi e w.

And, last but not least, un w. coniato da Riccardo Uccheddu:
"La morte di ogni nostro concittadino ci riempie di costernazione, ma ci aiuta anche a vivere, come disse, tutto compunto, un impresario di pompe funebri"

Ma non è ancora finita:
Se nella trasmissione orale dei w. si è costretti ad essere esaurienti, senza possibilità alcuna di allusioni o rimandi, diverso è il caso della "rete", dove il w. può essere enunciato, lasciando ad un link la funzione di svelarne il significato non pianamente comprensibile, ma che, come un rebus, permette di essere chiarito dopo una visitina al sito linkato.
Come esempio ricavo da un commento al sito amico Clear Nuance

il w.

"Purtroppo c'è chi male interpreta uno sguardo... e io ne approfitto, come disse un tale Rosario Chiàrchiaro"

Cliccando su Rosario Chiàrchiaro si apre la pagina web rivelatrice.
Buona scoperta a tutti!



(1) Charles Speroni, The Italian Wellerisms to the End of the Seventeenth Century, University of California Press, 1953, Introduction.
(2) liberamente tratto da C. Speroni, op. citata. Introduction
(3) Giovanni Tucci, Studi e ricerche sui wellerismi, in Rivista di Etnografia (1965-66).
(4) Antonio Rotondo, 'A vita è 'nu 'imbruòglio!, Sorrento, 1991, pag. 49

Brani Musicali