Benvenuti. Non esistono quasi limiti di tempo e di spazio nella dimensione dei proverbi, tanto vasta ne è la diffusione nel tempo e nello spazio. Da tempo immemorabile l'uomo fa uso di proverbi, sia nella tradizione orale come in quella scritta. Spesso è assai difficile risalire all'origine di un proverbio e stabilire se esso è transitato dalla tradizione orale alla letteratura o viceversa, se è di origine colta o popolare. Anche la linea di demarcazione tra proverbi, detti, motti, sentenze, aforismi, è assai sottile e forse non è così importante come si crede definire l'origine di un proverbio o di un aforisma quanto piuttosto risalire alle motivazioni che ne hanno determinato sia la nascita che l'uso più o meno frequente.
Della mia passione e delle mie ricerche sull'argomento e non solo su questo, cercherò di scrivere e divagare ringraziando anticipatamente quanti vorranno interagire e offrire spunti per sviluppare il tema col proprio personale e gradito contributo.
I commenti sono ovviamente graditi. Per leggerli cliccate sul titolo dell'articolo(post) di vostro interesse. Per scrivere(postare,pubblicare) un commento relativo all'articolo cliccate sulla voce commenti in calce al medesimo. Per un messaggio generico o un saluto al volo firmate il libro degli ospiti (guest book) dove sarete benvenuti. Buona lettura
sabato 8 settembre 2007
Stesso viaggio, umori diversi
Il 30 giugno del 1970 salgo su un DC9 che da Catania conduce a Palermo, l'abitacolo è stracolmo di passeggeri, individuo, disinvolto tra gli altri passeggeri, l'arbitro Concetto Lo Bello, in un quarto d'ora circa atterriamo all'aeroporto di Palermo-Punta Raisi, non ancora Falcone-Borsellino. Dopo un'attesa di circa mezz'ora salgo sul piccolo Fokker da 58 posti che mi condurrà a Cagliari-Elmas, ancor oggi Cagliari-Elmas (beata quella terra che non ha bisogno di eroi).
Dal 1970 al 1972 si susseguono numerosi viaggi, ma, a differenza del primo, di sola andata, tutti di andata e ritorno, con Cagliari vera meta. Cambiano anche i mezzi di trasporto, cambia poco il mio aspetto fisico, molto il mio stato d'animo.
Nei viaggi tramite treno e nave cerco di trarre il massimo profitto dal tempo a disposizione per osservare i paesaggi attraversati; quasi sempre comunque andata in aereo e ritorno treno-nave; il treno è lentissimo, poco comodo, ma non ne risento in misura apprezzabile, alterno lettura a visione del paesaggio o ad ascoltare i discorsi dei miei co-viaggiatori. Verso Enna sale un signore dall'aspetto di contadino, confermato dal discorso allacciato con un'anziana signora: il tema è l'attaccamento alla famiglia, la fedeltà e l'onore, "amo la famiglia più della mia stessa vita, ma se mia moglie mi tradisce ammazzo lei e il suo amante". Lodevoli propositi di vita e di morte.
In nave da Palermo verso Cagliari inseguo e conseguo il massimo delle comodità, viaggio in prima classe, cabina con bagno e doccia, ristorante in prima classe: vanità di gioventù e gusto di spendere i primi guadagni senza badare a spese. Non risento minimamente del fatto di viaggiare solo, sono e mi sento giovane e libero, potrò riempire in futuro quella che non vivo come condizione di solitudine ma di privilegio.
Dal 1973 i viaggi si diradano alquanto, raramente superano un viaggio per ogni anno, comincia ad apparire un senso di noia, prendo sempre la cabina di prima classe, ma ceno nel self-service di seconda, non per motivi di economia ma perché non provo più il gusto del dorato isolamento.
Anno 1976: cambiamento provvisorio di itinerario e definitivo cambiamento di stato civile; in direzione di Civitavecchia, non più solo, non più annoiato, con la consapevolezza di aver compiuto un passo decisivo, ma anche con una allegra leggerezza nel cuore e nella mente: non per niente viene chiamata luna di miele.
1977: ritorno alla consueta rotta, sempre in due.
1978: nasce Manuel, niente viaggio.
Dal 1979 al 1981 tre viaggi con la sempre più entusiastica e contagiosa partecipazione del nuovo acquisto.
1982: nasce Fabrizio, niente viaggio.
Dal 1983 un viaggio all'anno con qualche variazione di rotta: un Cagliari-Genova, Gardaland, Venezia, discesa in Toscana, ritorno con mare burrascoso Livorno-Olbia, per il resto sempre Sicilia, Valle dei Templi, Piazza Armerina, Taormina, Arancini Granite Cannoli e Cassate.
Penultimo viaggio insieme in nave, 1991:
In partenza da Cagliari verso Palermo siamo in quattro, sempre in prima classe e con bagno e doccia in cabina, l'auto al seguito, una moglie e due figli entusiasti. Entusiasti di viaggiare ancora una volta in nave, entusiasti della simpatia e della cortesia del personale napoletano (beata incoscienza dell'infanzia), entusiasti della mensa e del cibo. Dopo cena i ragazzini scorrazzano per la nave sotto la magistrale guida di Manuel, con un pizzico di apprensione ne attendiamo il ritorno in cabina, sentiamo i loro passi veloci avvicinarsi, le loro smaglianti risate e poi il loro allegro bussare alla porta. La loro contentezza prosgue anche nei letti a castello, non prendono sonno presto perché vogliono godersi ogni attimo del viaggio, si guardano e ci guardano con espressione di incontenuta felicità.
Anno 2007: i ragazzi divenuti adulti e mia moglie rimangono a Cagliari, io prendo la nave per Palermo da solo, forse è la stessa nave degli anni 80 ristrutturata, la cabina a due letti con uso esclusivo con bagno senza doccia, non sono molto allegro per via del motivo del viaggio, la famiglia è unita come è sempre stata, viaggio da solo per motivi di salute nella famiglia d'origine, non dormo e sento la disperata mancanza dei passi veloci nel corridoio, delle smaglianti risate e dell'allegro bussare alla porta, degli sguardi di astuta complicità.