Benvenuti. Non esistono quasi limiti di tempo e di spazio nella dimensione dei proverbi, tanto vasta ne è la diffusione nel tempo e nello spazio. Da tempo immemorabile l'uomo fa uso di proverbi, sia nella tradizione orale come in quella scritta. Spesso è assai difficile risalire all'origine di un proverbio e stabilire se esso è transitato dalla tradizione orale alla letteratura o viceversa, se è di origine colta o popolare. Anche la linea di demarcazione tra proverbi, detti, motti, sentenze, aforismi, è assai sottile e forse non è così importante come si crede definire l'origine di un proverbio o di un aforisma quanto piuttosto risalire alle motivazioni che ne hanno determinato sia la nascita che l'uso più o meno frequente.
Della mia passione e delle mie ricerche sull'argomento e non solo su questo, cercherò di scrivere e divagare ringraziando anticipatamente quanti vorranno interagire e offrire spunti per sviluppare il tema col proprio personale e gradito contributo.
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domenica 26 settembre 2010
Amico con tutti (o di tutti), fedele a nessuno.
Dopo questo ozioso preambolo passo al sodo.
Il proverbio del titolo si adatta perfettamente al nostro connazionale vivente più amato e più odiato, più osannato e più deriso, senz'altro protagonista, nel bene e nel male, delle pagine dei giornali, delle radio e TV d'talia, d'Europa e forse del mondo.
Mi riferisco, mi vergogno a dirlo, a B., al re Silvio.
Amico di tutti quelli che tengono le redini della politica nel mondo, nemico giurato dei comunisti e di quanti non si genuflettono di fronte alla indiscussa e indiscutibile, totalizzante e totalitaria, supremazia del Mercato, spietatamente liberista.
Amico di Bush e di Obama, ma anche, veltronianamente, di Putin e di Gheddafi: dall'eterna riconoscenza agli USA per aver liberato l'Europa da nazismo, alla solidarietà a Putin per la spietata, criminale, lotta contro il popolo ceceno, qualificato da Putin e B. come terrorista, al "baciamo le mani" a Gheddafi, dopo aver riconosciuto i crimini del colonialismo fascista in Libia.
Amico di tutti equivale ad essere amico di nessuno, per cui riesce difficile anche ad un uomo di talento che sprizza genialità da tutti i pori e da tutti i denti (come B. viene pontificato dai suoi zelanti e servili sostenitori e come si auto-qualifica), riuscire a conciliare l'inconciliabile.
Come ha fatto notare l'amico Pietro Ancona in un suo recente post, le "simpatie" di B. per Putin e Gheddafi gli hanno alienato il sostegno USA, hanno fatto precipitare l'indice di gradimento USA nei suoi confronti e poiché "non si muove foglia che USA non voglia", il primato politico di B. si è incrinato a favore di Fini, verso il quale B. ha scatenato una campagna infamante su veri o presunti interessi privati in atti politici, come dire: "Il bue che dice cornuto all'asino".
B., amico di tutti nei confronti del popolo dei fessi che lo ha votato, popolo fedelmente ingannato con l'elargizione di piccoli illusori vantaggi e con notevoli espropri di risorse e di servizi essenziali, dal mondo del lavoro all'istruzione, alla mancata tutela del territorio, oggetto di vergognose speculazioni.
Il tuo non è per niente un ozioso bensì spassoso preambolo.
RispondiEliminaPersonalmente, spero che continui a coltivare indefessamente (direi… stakovianamente) questa tua capacità “testacrocistica”.
Il proverbio ed il post…
Concordo senz’altro con l’analisi da te formulata; concordo davvero senza se e senza ma.
E porterei (ma ripeto, non dissentendo per niente) il discorso sul PERCHE’, in Italia, ai personaggi pubblici sia ormai possibile dire e fare di tutto ed il contrario di tutto, indifferentemente.
Indifferentemente… e nell’indifferenza generale!
Perché forse è questo il problema più grosso.
Se in altri tempi un leader politico dimostrava eccessiva “elasticità”, a livello diplomatico e non solo, spesso veniva duramente criticato da membri del suo stesso partito.
Oggi, regnano l’unanimismo ed anche, come lo chiamo io, il “piacionismo mediatico.”
Quel che ricorda, pur coi dovuti aggiustamenti politici, storici e tecnologici, il tragico Ventennio.
Perciò mi chiedo: com’è possibile che in questo Paese il senso critico si sia talmente appiattito, al punto che il piacionismo mediatico detta la linea su tutto e spesso… su tutti?
Il problema, purtroppo, oltre che politico è anche morale e culturale.
Infatti, se (qualunque) capo politico dice o fa una cosa ed il giorno dopo nega d’averla fatta o detta quando ormai ci sono i filmati che la provano, la colpa è certo della volpe o del lupo di turno.
Ma perché nessuno sbarra la strada a quella volpe o a quel lupo o almeno, perché nessuno dà l’allarme?
Una grande personalità religiosa di cui ora mi sfugge il nome disse una volta: “Guai ai cani muti”…