Benvenuti. Non esistono quasi limiti di tempo e di spazio nella dimensione dei proverbi, tanto vasta ne è la diffusione nel tempo e nello spazio. Da tempo immemorabile l'uomo fa uso di proverbi, sia nella tradizione orale come in quella scritta. Spesso è assai difficile risalire all'origine di un proverbio e stabilire se esso è transitato dalla tradizione orale alla letteratura o viceversa, se è di origine colta o popolare. Anche la linea di demarcazione tra proverbi, detti, motti, sentenze, aforismi, è assai sottile e forse non è così importante come si crede definire l'origine di un proverbio o di un aforisma quanto piuttosto risalire alle motivazioni che ne hanno determinato sia la nascita che l'uso più o meno frequente.
Della mia passione e delle mie ricerche sull'argomento e non solo su questo, cercherò di scrivere e divagare ringraziando anticipatamente quanti vorranno interagire e offrire spunti per sviluppare il tema col proprio personale e gradito contributo.
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sabato 8 maggio 2010
Conigli ruggenti
"Mussolini è un coniglio, un coniglio fenomeno: rugge. La gente che lo vede ma non lo conosce, lo piglia per un leone" (1)
Serrati non immaginava che di lì a poco avrebbero ruggito tutti, persino i leoni:
"Roaring Twenties" - I ruggenti Anni Venti - con la poderosa crescita della produzione e dei consumi (perlomeno negli USA), che si arresterà nel 1929.
Oggi, 2010, ruggiscono solo i leoni, con una sola eccezione, messa in risalto dal quotidiano "Il Giornale".
Il coniglio a cui fa riferimento il quotidiano non rugge ma ruggisce.
Dissento totalmente da questa valutazione: sono convinto che l'attuale Presidente della Camera dei Deputati non sia un coniglio, ma un autentico leone, nato e vissuto in cattività e circondato da innumerevoli zelanti domatori che si prodigano ad ammansirlo, ma pur sempre un leone.
La difesa delle PREROGATIVE del parlamento, della rigorosa DIVISIONE dei POTERI, la rivendicazione delle funzioni di CONTRAPPESO esercitate dalla Corte Costituzionale, il tentativo di svuotamento di tutti gli Organi di Controllo sulla attività del Governo, la pretesa di mettere il bavaglio alla informazione critica, sono stati avvertimenti ed ammonimenti pienamenti legittimi e pienamente coerenti alla funzione esercitata.
I numerosi e proditori attacchi ai quali il leone è stato sottoposto ne hanno in buona parte ridimensionato la baldanza, e così, ai primitivi ruggiti si sono alternati alcuni timorosi belati, rischiando di trasformarlo in un leone belante.
Si è nuovamente fatto ricorso al ritornello della MAGISTRATURA POLITICIZZATA, e a "distinguo", non sempre sottili, per poter risalire sul carro dei vincitori.
Con un misero sette per cento (mi viene in mente l'holmesiana soluzione sette per cento), di consensi all'interno del PDL, con la totale avversione da parte della Lega, con la stampa padronale che non molla l'osso, non si può rischiare di rimanere emarginati.
Così il leone ha smesso di ruggire e temo che non tarderà molto ad accodarsi al branco.
(1) da Venerio Cattani, Rappresaglia, Venezia, Marsilio, 1997 - pag. 103
Serrati aveva fotografato benissimo l’uomo Mussolini.
RispondiEliminaNon dimentichiamo che lui ed il fascismo andarono al potere senza mai affrontare una reale opposizione politica o militare.
Peraltro, il fascismo fu sostenuto dagli agrari e dagli industriali, ai quali tornò molto utile in funzione antioperaia.
All’epoca della marcia su Roma, il re rifiutò di firmare il decreto di stato d’assedio sottopostogli da Facta; poi, in seguito alla firma dei Patti lateranensi , contò anche l’appoggio vaticano.
Insomma: Mussolini ebbe appoggi di varia natura (tutti comunque pesanti) da monarchia, esercito, istituzioni, Chiesa, mondo economico…
Quindi egli ruggiva consapevole di non avere altri oppositori che un debole partito socialista, un coraggioso (ma ancora in via di formazione) partito comunista e pochi e disuniti altri.
Il carattere dell’uomo è sintetizzato da 2 frasi: la 1/a: quando decise di scagliarci in una criminale guerra d’aggressione a fianco dell’alleato nazista. In tale occasione dichiarò che sarebbero bastate “poche migliaia di morti per sedere al tavolo della pace.”
La 2/a quando a guerra ormai persa e vistosi abbandonato dai nazisti esclamò: “Ah! I tedeschi mi hanno tradito! Ci hanno sempre trattato come servi!” (R. Battaglia G. Garritano, “Breve storia della Resistenza italiana”, Editori Riuniti, Roma, 1997, pp.28, 249).
Erano le parole di uno che aveva fatto del cinismo, del militarismo e dell’interessata sottomissione all’hitlerismo il proprio “stile di vita.”
Sul presidente Fini si può certo essere indulgenti, benché non si debba dimenticare che non molto tempo fa dichiarò che: “Berlusconi” era “alle comiche finali.” E che lui non era di quelli che cambiava idea.
Salvo poi cambiarla, l’idea e sciogliere il suo partito per confluire nel pdl.
Di recente, fatti un po’ di conti ha visto che l’holmesiana soluzione 7% risolve poco.
Meglio rientrare nei ranghi per far poi, eventualmente, far valere i suoi strani (sebbene condivisibili) ruggiti quando la nave arcoriana affonderà; farli valere di fronte ad un Casini compiacente e ad un centrosinistra ingenuissimo.