lunedì 18 ottobre 2010

Mezzo pieno o mezzo vuoto?

Mi riferisco all'uso della metafora per indicare la propensione all'ottimismo e la propensione al pessimismo. Nei dibattiti politici questa metafora viene usata moltissimo dal petulante Lupi, a testimonianza che l'azione del governo del fare ha realizzato brillantemente almeno metà degli obiettivi con cui si era presentata agli elettori e che coloro che mettevano in risalto gli obiettivi mancati non avevano l'onestà intellettuale di ammettere che almeno la metà degli obiettivi in questione era stata brillantemente raggiunta, nonostante i grossi ostacoli che si erano frapposti lungo il cammino. Gli avversari politici vedevano insomma solo la metà del bicchiere vuota ignorando la metà piena. Rimanendo in metafora ma guardando il bicchiere dal punto di vista dei cittadini e non dei politici, mi sento di osservare che non tutti i bicchieri sono uguali: sono diversi per dimensione, per qualità del vetro e, sopra tutto, per il liquido che vi viene versato e poi, prevedibilmente, bevuto. Il bicchiere del ricco o benestante può essere anche un bicchiere plurimo, ad esempio uno per l'acqua, uno per il vino, un altro per il liquore, tutti comunque di pregiata fattura; il bicchiere del povero, quasi sempre di qualità dozzinale, unico per tutto il pasto, del tutto mancante per le pause di meditazione. Sulla qualità del liquido si va dal Brunello di Montalcino al vino spunto, con quale ripartizione vi lascio immaginare. La quantità del vino può però trarre in inganno, il ricco o benestante non riempie mai il bicchiere fin quasi l'orlo, non è fine, il povero lo riempie fin quasi a traboccare e lo tracanna d'un fiato, consapevole che può essere il suo ultimo bicchiere. Il ricco ha una fornitissima cantina a disposizione, il povero a malapena uno sgabuzzino dove riporre i logori strumenti di lavoro. Il su citato Lupi indulge anche spesso a nominare il teatrino della politica, dove si cimenterebbero dei burattini sospesi a dei fili manovrati da un abile burattinaio, prezzolato da un ancor più abile padrone. Il pluri citato Lupi si considera un abile burattinaio, da cui avrei immenso orrore d'essere manovrato.

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