tag:blogger.com,1999:blog-8590995738368031855.post1482229088805976323..comments2022-08-12T12:02:57.662+01:00Comments on Proverbi e Scrittori: Parola d'ordineAntonio Murabitohttp://www.blogger.com/profile/00525752170331533310noreply@blogger.comBlogger1125tag:blogger.com,1999:blog-8590995738368031855.post-86346712552019638482007-10-11T15:02:00.000+02:002007-10-11T15:02:00.000+02:00Per loro natura le parole d’ordine sono, di solito...Per loro natura le parole d’ordine sono, di solito, schematiche. Si sottraggono, quindi, al confronto ed al dialogo. Tuttavia, alcune di esse possono essere condivise anche quando non si condivida in toto certi orizzonti storico-culturali.<BR/>E’ il caso del bolscevico “Chi non lavora non mangia”: norma che si collega a quanto dicevano in modo pressoché simile già il Talmud e lo stesso S. Paolo. Qui si condanna il voler vivere del lavoro altrui; la norma rimane perciò valida in sé, anche prescindendo dalla sua applicazione storica.<BR/>C. Consoli. Per me dire che l’eccezione “insidia” la regola significa denunciare il potere di discrezionalità di qualcuno di fronte appunto alla regola, da intendersi anche come legge. Sciascia osservava che lo stesso richiamarsi il giudice allo “spirito” della legge poteva aprire la porta all’arbitrio. Infatti, l’interpretazione della legge da parte del giudice può basarsi su elementi casuali, anche umorali quindi pericolosi per l’imputato e per la stessa legge.<BR/>Di detti come “Il lavoro rende liberi” si è fatto un uso cinico e distorto. Nel suo libro “La soluzione finale” Collotti prova che il nazismo si prefiggeva da sempre l’obiettivo dello sterminio degli ebrei: passando per alcune fase intermedie. Il regime + che schiavistico imposto agli ebrei (e non solo a loro) rientrava in quel quadro. Vi sono esplicite dichiarazioni in tal senso di Heydrich già dal ’39. L’eliminazione fisica diretta non era quindi in contraddizione con una… differita nel tempo e da ottenersi tramite lavoro; i 2 sistemi si sposavano bene.<BR/>Comunque, la validità di detti, proverbi ecc. dipende dal contenuto che veicolano. Ma spesso i media, per loro natura (e per l’uso che di essi si fa) così veloci, martellanti ed invasivi, possono sottrarre a contenuti pur validi parte della loro validità. Penso che determinati contenuti, per essere recepiti necessitino di tempo e riflessione; il che non significa certo rinunciare ai media.Anonymousnoreply@blogger.com